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MUTILAZIONI GENITALI: LA BATTAGLIA DI MARIAME

Mariame Sakho (foto ActionAid). Nella moschea di via Quaranta a Milano, di fronte a donne che la incalzano con mille domande e curiosità, una signora africana vestita d’arancio sceglie parole semplici e dirette per affrontare il problema che ha segnato profondamente la sua vita: la mutilazione genitale femminile. “Porta solo danni, e non è prescritta dal Corano” scandisce. Lei si chiama Mariame Sakho, ha 51 anni ed è una deputata senegalese , impegnata affinché il suo Paese cancelli questa tradizione di sangue che umilia le donne condannandole alla sofferenza. Ha 51 anni e da tempo è un’attivista della Ong ActionAid per promuovere i diritti femminili. Figura di spicco della sua comunità di Bakel, nella regione senegalese di Tambacounda , Mariame Sakho conosce alla perfezione il tema della mutilazione genitale femminile: fino a 19 anni fa, le sue stesse mani hanno attuato il “taglio” rituale su migliaia di bambine. “Ho iniziato da ragazza, aiutando mia nonna che

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