CARTOLINE BULGARE


Strana città, Sofia.
Pulita, tranquilla, sicura. Deliziosa.
Turca, mitteleuropea, greca, sovietica. Personalità fluttuante.
Somiglia a Bucarest. Macché. Più simile alla bellissima Budapest, un po' liberty ma per niente monumentale. Colorata, ma anche un po' grigia.
Gli (altri) europei che vengono qui a fare affari. Le vecchie zingare con facce da streghe e voci d'angelo che cantano alle fermate del metro. I locali all'aperto, dentro giardini inaspettati, nascosti fra palazzi masticati dal tempo. I negozi più cari che in via Monte Napoleone e il mercato delle donne che sembra periferia di Istanbul. I bulgari che dicono sempre sì.

Slovanka che dà una festa per i suoi 24 anni e si passa il sabato sera ad ascoltare musica soul e bere Coca Cola.
Cristina che non sopporta l'inverno e dice che nel suo quartiere, in centro, manca sempre l'acqua e nessuno mai protesta.
Francesi, italiani, norvegesi, svedesi che si ritrovano al Toba&co, un bar che sembra Parigi, dietro il palazzo reale.

Strano altrove, Sofia. Stanca. O forse in procinto di svegliarsi.
Confesso: non l'ho afferrata. L'ho desiderata, però.



la statua di Santa Sofia


il centro commerciale Tzsum: prezzi da capogiro, monumento al consumismo


la moschea di Alì


il mercato delle donne (si chiama così)






l'interno della cattedrale Aleksandr Nevskij


le zingare canterine fuori dal metrò


la cattedrale Aleksandr Nevskij

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