DISCO MUSIC PER IMELDA MARCOS


Raccomandazione prima dell'intervista: non chiedergli dei Talking Heads. Anzi, non glieli nominare proprio. David Byrne vuole domande solo sul suo nuovo progetto (ricco e insolito, non c'è che dire), sul futuro, nessun quesito generico (tipo: piatto preferito? sesso mattina o sera?). Ho pensato: sarà il solito super-genio coltissimo che deve per forza farti pesare di esserlo. Invece l'ex "testa parlante" rideva a ogni domanda, tornava serissimo, scoppiava ancora a ridere. Insomma, non so perché ma pare si sia divertito un sacco nei 20 minuti che abbiamo passato insieme. 
Il 13 aprile esce Here Lies Love: un song cycle su Imelda Marcos.

Solo una testa come la sua poteva concepire un album doppio (con annesso libro e dvd) sulla vita e i capricci di Imelda Marcos, la moglie del dittatore delle Filippine caduto nell’86 e leggendaria per i suoi tremila paia di scarpe.
Solo David Byrne poteva costruirlo come un album di disco music interpretato dalle migliori voci femminili sulla scena (da Tori Amos a Florence Welch, da Sharon Jones a una rediviva e sorprendente Cindy Lauper), perché Imelda negli anni Settanta frequentava i locali più alla moda di New York, lo Studio 54 su tutti.
Here Lies Love (in uscita il 13 aprile), composto insieme al dj britannico Fatboy Slim, è una riflessione su eccesso e potere che didascalicamente usa le citazioni di Imelda, del marito Fernand e di altri personaggi che Byrne ha raccolto e assemblato in quasi cinque anni di lavoro. Il titolo è la frase che Imelda Marcos vorrebbe scritta sulla propria lapide.
David ce ne parla davanti a una tazza di caffè, un po’ assonnato dopo un risotto al radicchio ma con una voglia di scherzare che non ti aspetteresti da un geniale artista-musicista-designer-produttore. Uno dei pochi, oggi, tanto abili da non farsi incasellare in nessuna categoria.


Here Lies Love potrebbe rappresentare per Imelda Marcos quello che Evita, il musical di Madonna, fu per la vedova Peron. Non temi che il tuo lavoro si trasformi in una celebrazione di un personaggio tanto controverso?
Non voglio che sia un’apologia, spero possa essere un modo per comprendere come questa persona abbia raggiunto il potere insieme al marito. Come le persone di potere si reinventano in continuazione. E mi interessava particolarmente il rapporto di Imelda con Estrella, la donna che le ha fatto da madre.

Però ci saremmo aspettati almeno una canzone sulle tremila paia di scarpe, una specie di marchio di fabbrica della Marcos...
Ma no! E’ l’unica cosa che si sa di lei, ormai è diventato una specie di scherzo. C’è molto altro, dietro quelle scarpe.

Da giovane Imelda cantava. Ho letto che avrebbe voluto intepretare anche lei qualche tua canzone...
Non so chi abbia messo in giro questa voce, ma è un pettegolezzo perfetto.

Quindi non sai nulla delle sue impressioni sull'album?
Non l’ho mai incontrata, ma mi hanno presentato qualcuno molto vicino a lei che ha negato fatti della sua biografia: Imelda non sarebbe mai stata povera, non avrebbe mai vissuto in un garage, non avrebbe disseminato il suo palazzo di gioielli e caviale. Non ho potuto ribattere, era come una lezione.

Nel libro reciti un epitaffio dell’album; dici che oggi, con la possibilità di scaricare i brani da internet, un album ha senso solo se ti racconta una storia. Here Lies Love sarà il prototipo di salvataggio della musica?
Non sono il primo a fare un’operazione del genere. Oggi c’è bisogno di una ragione per ascoltare un album intero: da internet puoi prendere le canzoni che ti piacciono, metterle sul computer o nell’ipod. Ho pensato: vediamo se posso dare a chi ascolta un incentivo per ascoltare tutte le canzoni una volta, magari due, e soltanto alla fine scegliere le preferite.

Sembri molto più a tuo agio nei panni di artista e intellettuale che in quelli di rockstar. Eppure diventare una rockstar è il sogno di molti: perché tu no?
(Ride) La visione romantica della rockstar è quella di uno che non si cura del mondo, si droga, ha tante donne e per caso, ogni tanto, scrive canzoni. Ho pensato: wow, in pochi sono stati capaci di fare quella vita e la maggior parte sono morti, o completamente fusi: ne ho incontrati parecchi e i loro cervelli sono fritti. Io no, io vorrei avere un futuro. Quindi ho trovato un altro modo di essere.



Alla fine del libro ringrazi anche la tua compagna, Cindy Sherman (fotografa e artista con cui Byrne sta dal 2007). C’è qualcosa di lei in questo tuo lavoro?
Lei mi supporta sempre, in tutto. Qui mi ha suggerito di chiamare anche Tori Amos a cantare (che interpreta il duetto finale insieme a Cindy Lauper, ndr). E alla fine mi ha detto: certe canzoni non mi piacciono affatto. Io le ho risposto: non dirmi quali, aspetta che sia uscito l’album, lasciami nell’illusione per un po’ di tempo così posso tentare di indovinare a quali ti riferisci. Sai, i suoi gusti musicali sono molto diversi dai miei, più ruvidi: io amo le canzoni melodiche, belle; lei quelle alternative, sporche.
Come sarà e che starà facendo David Byrne fra vent’anni?

Difficile dirlo. Già oggi, quando mi guardo allo specchio, non trovo la persona che mi aspetto: nella tua mente ti pensi sempre giovane e invece... Nel 2030 sarà lo stesso, forse. E farò le stesse cose: non bisogna essere giovani per scrivere musica, progettare installazioni e fare il resto delle cose che mi impegnano oggi, non credi?

(L'intervista è la versione ampliata di un articolo pubblicato da Io donna il 10 aprile 2010)

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