NOI DONNE ROM, STERILI PER FORZA
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In una città della Repubblica Ceca, a pochi passi dal confine polacco, esiste un gruppo di donne che sono state costrette a non avere più figli. È bastata una firma estorta sotto anestesia. E ora si sentono “come alberi di mele che qualcuno ha fatto seccare”
A Helena Balogova piacerebbe che la sua esistenza stesse tutta in questo album di foto con la copertina in plastica verde scarabocchiata dai nipoti. Lei adolescente, quando era snella e con i riccioli. Il funerale della madre, ritratta nella bara con un foulard a fiori. Il marito, i fratelli, le bambine delle figlie, le stesse che ora le saltano intorno nell’appartamento dimesso e lindo nel quartiere-ghetto di Privoz, periferia di Ostrava, Repubblica Ceca nord-orientale. Una città di 300 mila abitanti che era il cuore d’acciaio e carbone dello Stato comunista e oggi, sgretolata l’economia delle miniere, patisce disoccupazione e depressione.
Helena ha 46 anni e abita da sempre tra questi edifici di mattoni rossi masticati dal tempo. Il suo ricordo più incancellabile non è dentro l’album verde ma sul suo ventre grande: una cicatrice di undici centimetri, ancora scura, dal pube all’ombelico. Era il 1990 e lei aveva partorito un bimbo con un nuovo compagno, la sua seconda vita dopo tre figlie con un uomo sbagliato. «Un parto naturale, senza problemi» dice spegnendo il sorriso. «Avevo chiesto al medico di mettermi la spirale perché volevo aspettare, prima di avere altri figli. Mi disse che ci voleva un’operazione, e quando ero già intontita dall’anestesia mi allungò un foglio che non riuscivo a leggere. Firmai. Al risveglio mi dissero che non avrei più avuto figli. Non ci credevo. Me lo confermò un altro ginecologo: mi avevano chiuso le tube. Ero sterile. Una donna inutile. È un miracolo che il mio uomo non mi abbia rifiutata».
Sono tante le Helena, qui a Ostrava, dove i rom superano il dieci per cento della popolazione e languono ai margini...
Continua a leggere la storia di Helena e delle altre donne rom di Ostrava nel libro Donne che vorresti conoscere, Infinito Edizioni.
Con questo articolo, pubblicato su Io donna, ho vinto la selezione italiana del Premio Giornalistico del Parlamento Europeo, edizione 2008.
In una città della Repubblica Ceca, a pochi passi dal confine polacco, esiste un gruppo di donne che sono state costrette a non avere più figli. È bastata una firma estorta sotto anestesia. E ora si sentono “come alberi di mele che qualcuno ha fatto seccare”
Foto di Marco Pighin |
A Helena Balogova piacerebbe che la sua esistenza stesse tutta in questo album di foto con la copertina in plastica verde scarabocchiata dai nipoti. Lei adolescente, quando era snella e con i riccioli. Il funerale della madre, ritratta nella bara con un foulard a fiori. Il marito, i fratelli, le bambine delle figlie, le stesse che ora le saltano intorno nell’appartamento dimesso e lindo nel quartiere-ghetto di Privoz, periferia di Ostrava, Repubblica Ceca nord-orientale. Una città di 300 mila abitanti che era il cuore d’acciaio e carbone dello Stato comunista e oggi, sgretolata l’economia delle miniere, patisce disoccupazione e depressione.
Helena ha 46 anni e abita da sempre tra questi edifici di mattoni rossi masticati dal tempo. Il suo ricordo più incancellabile non è dentro l’album verde ma sul suo ventre grande: una cicatrice di undici centimetri, ancora scura, dal pube all’ombelico. Era il 1990 e lei aveva partorito un bimbo con un nuovo compagno, la sua seconda vita dopo tre figlie con un uomo sbagliato. «Un parto naturale, senza problemi» dice spegnendo il sorriso. «Avevo chiesto al medico di mettermi la spirale perché volevo aspettare, prima di avere altri figli. Mi disse che ci voleva un’operazione, e quando ero già intontita dall’anestesia mi allungò un foglio che non riuscivo a leggere. Firmai. Al risveglio mi dissero che non avrei più avuto figli. Non ci credevo. Me lo confermò un altro ginecologo: mi avevano chiuso le tube. Ero sterile. Una donna inutile. È un miracolo che il mio uomo non mi abbia rifiutata».
Continua a leggere la storia di Helena e delle altre donne rom di Ostrava nel libro Donne che vorresti conoscere, Infinito Edizioni.
Con questo articolo, pubblicato su Io donna, ho vinto la selezione italiana del Premio Giornalistico del Parlamento Europeo, edizione 2008.
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