ORFANI DA MIGRAZIONE

foto di Michele Borzoni / Terraproject




Sono i figli delle nostre badanti, dei romeni (sì, ne esistono anche di onesti) che lavorano in nero nei nostri cantieri, di tutta quella massa che dalla Romania viene in Italia (sono ormai un milione, da noi) a cercare qualcosa che non ha. Prima, era il sogno europeo di benessere. Adesso che anche la vecchia Europa è in vertiginoso declino economico, si emigra per sopravvivere.
E intanto i loro figli crescono con nonni, zii, vicini di casa. Senza genitori, insomma. Un’intera generazione che comincia a incuriosire psicologi e assistenti sociali, i quali osservano che gli “orfani da migrazione” soffrono di depressione, ansia, e spesso sono a rischio suicidio e delinquenza.

Lo racconto sabato 21 su Io donna...
... dopo aver passato un po’ di tempo nella regione più povera della Romania, la Moldavia. Il nord dove le fabbriche hanno chiuso subito dopo il comunismo e austriaci e cinesi vengono a costruire centri commerciali con prezzi inaccessibili a gente che guadagna al massimo 300 euro al mese. Il nord povero e spelacchiato in confronto al quale Bucarest sembra davvero una capitale europea.

Commenti

  1. complimenti per l'argomento scelto. Forse è solo un altro modo per raccontare l'immigrazione, ma c'è chi sceglie di raccontare uno stupro ad opera di rumeni nei dettagli più raccapriccianti e c'è chi, come lei, sceglie di raccontare come crescono i bambini rumeni. Io preferisco sentire i suoi racconti, magari con le lacrime agli occhi per il dispiacere, ma preferisco i suoi. Grazie, Giuliana

    RispondiElimina
  2. grazie a lei, Giuliana. Le confesso che non è stato facile incontrare questi bambini, i loro insegnanti, gli assistenti sociali. Nessuno aveva voglia di farsi intervistare né fotografare da un giornale italiano. Temevano che fosse un trappola. Che fingessi di interessarmi a quel tema e invece volessi scrivere l'ennesimo articolo anti-romeni. Non volevano farmi entrare nelle loro case, "così poi scrivi che siamo tutti poveri"....

    RispondiElimina
  3. se potessero vedere loro la nostra povertà! le nostre famiglie che non hanno più tempo per prendersi cura dei vecchi, dei malati e dei bambini, dei più deboli insomma, e che li devono affidare alle badanti. una comunità in cui non c'è spazio per soddisfare i bisogni primari degli individui perchè sono tutti troppo occupati a rassicurarsi con soldi e potere. Chissà se i rumeni riescono a vedere cosa c'è dietro le automobili costose, i telefonini di ultimo modello e i vestiti firmati. Il giornalismo che cerca di mostrare cosa c'è dietro le apparenze è sicuramente qualcosa di cui si sente molto la mancanza. Giuliana

    RispondiElimina
  4. Se c'è qualcosa di positivo nella nostra crisi economica, è l'occasione di fermarci a riconsiderare la nostra visione della vita, i nostri ritmi, tutte le azioni inutili che compiamo per inseguire traguardi ormai diventati impossibili. Riscoprire le relazioni, le piccole cose, gli spunti di conoscenza che ci vengono anche dai "diversi" che ci vivono accanto. Io ci credo. Perché vorrei davvero una società umana.

    RispondiElimina
  5. Sono felice che lei ci creda, siamo almeno in due.
    Buon lavoro allora! continuerò a seguirla, a presto, giuliana

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari