PERCHE’ SI UCCIDE UN UOMO



Il Gallery Cafè, unico luogo di ritrovo dei giovani di Gaza.
15 aprile 2011, 7 mesi fa: a Gaza City veniva ammazzato Vittorio Arrigoni, e ancora oggi non si conosce il perché. I salafiti che vogliono far traballare il regime di Hamas. Israele che vuole liberarsi del blogger scomodo. Un pestaggio finito male. Magari un delitto d’onore.
Solo ipotesi. E il processo, che il 24 novembre proseguirà al tribunale militare di Gaza City con la sesta udienza, resta incagliato nei cavilli legali.
Gli imputati sono i quattro palestinesi Khader Jram, Amer Abu Ghoula, Tamer Hasasnah e Mahmud Salfiti, due dei quali hanno sempre sostenuto di aver subito “forti pressioni” dopo il loro arresto.


A due mesi dall’inizio del dibattimento - come ha raccontato Michele Giorgio sul Manifesto, l’unica testata italiana che sta seguendo la vicenda - ancora l’accusa non ha posto agli imputati la sola domanda che conti: perché abbiano sequestrato e poi ucciso Vittorio Arrigoni. E non ha mai nemmeno chiesto loro di Abdel Rahman Breizat, il misterioso giordano a capo del sedicente gruppo salafita che ha rivendicato il rapimento, morto durante uno scontro a fuoco con i poliziotti di Hamas. 

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