LE VACANZE DEGLI ORCHI
foto di Giulio di Sturco
Foreste, sabbia bianca, prezzi bassi. Ma Sihanoukville, nel sud della Cambogia, non è un paradiso. Perché certi turisti vengono fin qui con un solo interesse: abusare dei bambini
Bello il tuo orologio, Nea. «Ti piace? Me l’ha regalato il mio amico americano». È un bambino della tua età? «No! È un signore, ha i capelli bianchi. Viene ogni anno». Cos’altro ti ha portato? «Vestiti. E mi paga la colazione, la scuola...». Perché ti fa questi regali? «... non lo so... ma la mamma è contenta». Nea si rabbuia, di colpo. E anch’io, che adesso ho quasi paura a guardarlo negli occhi.
È bello, Nea. Dieci anni, lo sguardo acceso. Parla l’inglese perfetto dei bambini che percorrono la sabbia bianca di Ochheuteal beach vendendo monili di corda e perline ai turisti pallidi rilassati sulle poltrone in vimini degli shack, le capanne-bar sulla riva. Sono dolcissimi, i baby-ambulanti. Tanto poveri da dire di sì per 5 dollari a un gioco in una stanza d’hotel. E ne bastano 2 con quelli più smarriti che bivaccano al tramonto accanto al distributore Caltex, i sacchetti gialli di colla attaccati al naso e gli occhi da bestie affamate.
Segnatevi questo nome: Sihanoukville, città di 170 mila abitanti nel sud della Cambogia a quattro d’ore d’auto da Phnom Penh, intitolata a un re longevo e controverso. I dépliant ve la spacciano per una perla balneare, con 190 chilometri di spiagge tropicali, il mare caldo, 22 isole rigogliose, il nuovissimo aeroporto che si appresta ad attirare turisti in cerca di relax dopo la visita ai templi di Angkor. Ma per ora c’è un’altra categoria di stranieri che sporca e calpesta la cartolina: i pedofili occidentali, che sembrano aver eletto Sihanoukville a emergente riserva di una macabra caccia.
Sihanoukville è più economica di altre mete della perversione come Pattaya e Pukhet in Thailandia: si dorme con 20 dollari in un bell’hotel; si cena con 3 dollari ai barbecue sulla spiaggia; si sorseggia birra Angkor per 50 centesimi. Sihanoukville è più nuova al turismo (solo 131mila stranieri nel 2008, contro i due milioni di tutto il Paese) e alla legalità rispetto a Phnom Penh: facile comprare il silenzio di poliziotti che guadagnano 30 dollari al mese (uno di loro spaccia marijuana in spiaggia), e i giudici ancora non hanno dimestichezza con la legge del 2008 che infligge fino a 10 anni a chi violenta un minore.
Nei bordelli di lamiera dietro al porto e nei karaoke-bar sopra Ochheuteal beach, l’offerta di sesso low cost è esagerata. Le prostitute dichiarano più di 18 anni ma si sa che qui, per un’anagrafe fasulla, al magnaccia basta pagare una mazzetta. E poi ci sono le prede più docili, i bambini poveri. Tanti. A volte “affittati” dalla stessa famiglia al turista per una settimana all-inclusive: ci pensano i broker, autisti di mototaxi e receptionist d’hotel che arrotondano così.
Finché anche loro non finiscono nel mirino dei giovani di Aple (Action pour les enfants), otto motociclisti-investigatori che tengono gli occhi bene aperti e pedinano i sospetti pedofili per spiagge e boschi. Li filmano, li fotografano. Consegnano il materiale alla polizia costringendola a indagare.
«Dal 2006 abbiamo aperto 58 inchieste, portato a 13 arresti nel 2008 e a cinque quest’anno» elenca il capo del gruppo, Yi Moden, 26 anni, elegante e professionale. Mi chiarisce l’ultima tecnica del pedofilo: il long-term grooming (lunga preparazione), che avevo già intravisto nelle parole del piccolo Nea.
«Il pedofilo, in genere, non è da vacanza mordi e fuggi. Si ferma qui per settimane, sceglie il bambino, si guadagna la fiducia sua e della famiglia con soldi e regali. C’è chi ha comprato casa a una ragazzina; chi paga regolarmente la retta scolastica. Così, dopo la violenza, nessuno testimonierà contro chi è stato un benefattore».
Nel marzo 2008, i centauri di Yi Moden hanno incastrato Fabio Cencini, 44 anni, contadino di Arezzo traslocato a Sihanoukville in una baracca piena di riviste porno, lubrificanti, preservativi. Girava in bicicletta. La polizia l’ha trovato con quattro ragazzini, dagli 8 ai 13 anni, in un vicolo buio dietro la stazione di benzina. È stato condannato a due anni di galera e a risarcire ogni vittima con 500 dollari: gli hanno sequestrato il passaporto liberandolo in attesa dell’appello, che il 26 giugno ha confermato la sentenza. Ma in Cambogia è molto semplice dileguarsi tra villaggi e risaie, ci è riuscito per vent’anni persino il criminale numero uno Pol Pot. E infatti Cencini non c’è: lo cerco a casa, la vicina mi dice che «è andato a Phnom Penh almeno un mese fa. È un brav’uomo, fa ginnastica ogni mattina».
È scomparso anche il russo Nikita Belov, 27 anni, aria da secchione: a gennaio 2008 la polizia lo sorprende in camera mezzo nudo con un bimbo di 7 anni. Il mese scorso la corte d’appello di Sihanoukville gli infligge tre anni e 3.600 dollari per tre vittime. Belov è già fuggito. Ma ci sono stati anche pedofili estradati e giudicati pesantemente nei loro Paesi: un inglese, e il tedesco Mathias Ohms per il cui processo 7 bimbi di Sihanoukville sono volati a Kiel sul banco dei testimoni.
Qualcosa, piano, si muove. «La polizia fa progressi» ammette Yi Moden «sono i nostri giudici il problema». Corrotti? «Preferisco parlare di sentenze lievi...». Nel settembre 2008 il francese David Makhout, condannato a 18 mesi per atti osceni con una bimba di 8 anni, ottiene la sospensione della pena perché il giudice invalida con un cavillo la perizia medica sulla piccola. «Tutto ciò» dice il direttore del dipartimento del Turismo della provincia, Som Chenda «ostacola il progetto del governo di attirare a Sihanoukville il turismo d’élite».
Quest’anno sono già finiti in manette uno svedese, un francese, un americano e un canadese di 68 anni, Daniel Lavinge. Beccato con due sorelline di 10 e 12 anni nella GST guesthouse, a Ochheuteal Beach, è in attesa del processo. La GST ha chiuso e riaperto dopo un mese.
I pedofili in trasferta non sono solo squattrinati alloggiati in sordide pensioni: il russo Alexander Trofimov detto Sasa, 43 anni, era il magnate del resort da 300 milioni di dollari di Snake Island. Abitava in una villa del governo, dove ha abusato di 20 ragazze dai 9 ai 17 anni, spendendo fino a mille dollari per una settimana con una vergine. Arrestato grazie ad Aple, ha tirato in lungo il processo millantando disfunzioni erettili per poi ricevere una condanna di soli 11 anni.
«Sono i maschi, i più scioccati» osserva Maggie Eno, inglese, direttrice di Mlop Tapang, una casa dalle pareti gialle dove hanno trovato rifugio 50 vittime di pedofili stranieri. «Tanti ignoravano che potesse capitare ai ragazzi. Si sentono diversi, molto soli. Ed è dura aiutarli quando sniffano
colla». Chroch, che ora ha 18 anni, non si è fatto aiutare. Lo incontro al solito maledetto distributore Caltex, il bel sorriso inebetito dalla droga. È sua madre a spacciarla. Ed è stata lei a darlo in pasto a un orco francese.
«Io non lo so perché i vecchi stranieri cercano noi» cinguetta Yek, 15 anni, che vende collanine a Victoria Beach. Sua sorella era una delle vergini sacrificate al russo, lui sa bene cosa significa abuso e infatti è la miglior vedetta degli investigatori di Aple. A marzo, Yek ha fatto arrestare il tedesco Walter Novak, 46 anni, che adescava adolescenti con un acquascooter. E pure un francese: «I miei amici sono andati nel suo hotel, tornando con un po’ di soldi e gli occhi strani. Io li avevo avvisati».
Ochheuteal beach è un acquerello, al tramonto. L’alta stagione inizia a ottobre ma i movimenti ambigui si avvertono anche in questo periodo di umidità soffocante: l’uomo che abbraccia l’adolescente, il cinquantenne con una bambina, l’amico che invita un ragazzo a sdraiarsi. C’è un italiano anziano che incontro spesso ma scompare troppo in fretta. Ezio, ragazzone toscano che ha aperto qui il suo Martini Bar in cerca di pace, dice che quello è un tipo strano, «nessuno sa cosa faccia a Sihanoukville».
Lo rivedo di notte fra le ragazze acerbe esposte alle luci fucsia dei bordelli dietro al porto. Scompare di nuovo, per la sua "consumazione” da due dollari.
Pubblicato su Io donna il 1° agosto 2009
Foreste, sabbia bianca, prezzi bassi. Ma Sihanoukville, nel sud della Cambogia, non è un paradiso. Perché certi turisti vengono fin qui con un solo interesse: abusare dei bambini
Bello il tuo orologio, Nea. «Ti piace? Me l’ha regalato il mio amico americano». È un bambino della tua età? «No! È un signore, ha i capelli bianchi. Viene ogni anno». Cos’altro ti ha portato? «Vestiti. E mi paga la colazione, la scuola...». Perché ti fa questi regali? «... non lo so... ma la mamma è contenta». Nea si rabbuia, di colpo. E anch’io, che adesso ho quasi paura a guardarlo negli occhi.
È bello, Nea. Dieci anni, lo sguardo acceso. Parla l’inglese perfetto dei bambini che percorrono la sabbia bianca di Ochheuteal beach vendendo monili di corda e perline ai turisti pallidi rilassati sulle poltrone in vimini degli shack, le capanne-bar sulla riva. Sono dolcissimi, i baby-ambulanti. Tanto poveri da dire di sì per 5 dollari a un gioco in una stanza d’hotel. E ne bastano 2 con quelli più smarriti che bivaccano al tramonto accanto al distributore Caltex, i sacchetti gialli di colla attaccati al naso e gli occhi da bestie affamate.
Segnatevi questo nome: Sihanoukville, città di 170 mila abitanti nel sud della Cambogia a quattro d’ore d’auto da Phnom Penh, intitolata a un re longevo e controverso. I dépliant ve la spacciano per una perla balneare, con 190 chilometri di spiagge tropicali, il mare caldo, 22 isole rigogliose, il nuovissimo aeroporto che si appresta ad attirare turisti in cerca di relax dopo la visita ai templi di Angkor. Ma per ora c’è un’altra categoria di stranieri che sporca e calpesta la cartolina: i pedofili occidentali, che sembrano aver eletto Sihanoukville a emergente riserva di una macabra caccia.
Sihanoukville è più economica di altre mete della perversione come Pattaya e Pukhet in Thailandia: si dorme con 20 dollari in un bell’hotel; si cena con 3 dollari ai barbecue sulla spiaggia; si sorseggia birra Angkor per 50 centesimi. Sihanoukville è più nuova al turismo (solo 131mila stranieri nel 2008, contro i due milioni di tutto il Paese) e alla legalità rispetto a Phnom Penh: facile comprare il silenzio di poliziotti che guadagnano 30 dollari al mese (uno di loro spaccia marijuana in spiaggia), e i giudici ancora non hanno dimestichezza con la legge del 2008 che infligge fino a 10 anni a chi violenta un minore.
Nei bordelli di lamiera dietro al porto e nei karaoke-bar sopra Ochheuteal beach, l’offerta di sesso low cost è esagerata. Le prostitute dichiarano più di 18 anni ma si sa che qui, per un’anagrafe fasulla, al magnaccia basta pagare una mazzetta. E poi ci sono le prede più docili, i bambini poveri. Tanti. A volte “affittati” dalla stessa famiglia al turista per una settimana all-inclusive: ci pensano i broker, autisti di mototaxi e receptionist d’hotel che arrotondano così.
Finché anche loro non finiscono nel mirino dei giovani di Aple (Action pour les enfants), otto motociclisti-investigatori che tengono gli occhi bene aperti e pedinano i sospetti pedofili per spiagge e boschi. Li filmano, li fotografano. Consegnano il materiale alla polizia costringendola a indagare.
«Dal 2006 abbiamo aperto 58 inchieste, portato a 13 arresti nel 2008 e a cinque quest’anno» elenca il capo del gruppo, Yi Moden, 26 anni, elegante e professionale. Mi chiarisce l’ultima tecnica del pedofilo: il long-term grooming (lunga preparazione), che avevo già intravisto nelle parole del piccolo Nea.
«Il pedofilo, in genere, non è da vacanza mordi e fuggi. Si ferma qui per settimane, sceglie il bambino, si guadagna la fiducia sua e della famiglia con soldi e regali. C’è chi ha comprato casa a una ragazzina; chi paga regolarmente la retta scolastica. Così, dopo la violenza, nessuno testimonierà contro chi è stato un benefattore».
Nel marzo 2008, i centauri di Yi Moden hanno incastrato Fabio Cencini, 44 anni, contadino di Arezzo traslocato a Sihanoukville in una baracca piena di riviste porno, lubrificanti, preservativi. Girava in bicicletta. La polizia l’ha trovato con quattro ragazzini, dagli 8 ai 13 anni, in un vicolo buio dietro la stazione di benzina. È stato condannato a due anni di galera e a risarcire ogni vittima con 500 dollari: gli hanno sequestrato il passaporto liberandolo in attesa dell’appello, che il 26 giugno ha confermato la sentenza. Ma in Cambogia è molto semplice dileguarsi tra villaggi e risaie, ci è riuscito per vent’anni persino il criminale numero uno Pol Pot. E infatti Cencini non c’è: lo cerco a casa, la vicina mi dice che «è andato a Phnom Penh almeno un mese fa. È un brav’uomo, fa ginnastica ogni mattina».
È scomparso anche il russo Nikita Belov, 27 anni, aria da secchione: a gennaio 2008 la polizia lo sorprende in camera mezzo nudo con un bimbo di 7 anni. Il mese scorso la corte d’appello di Sihanoukville gli infligge tre anni e 3.600 dollari per tre vittime. Belov è già fuggito. Ma ci sono stati anche pedofili estradati e giudicati pesantemente nei loro Paesi: un inglese, e il tedesco Mathias Ohms per il cui processo 7 bimbi di Sihanoukville sono volati a Kiel sul banco dei testimoni.
Qualcosa, piano, si muove. «La polizia fa progressi» ammette Yi Moden «sono i nostri giudici il problema». Corrotti? «Preferisco parlare di sentenze lievi...». Nel settembre 2008 il francese David Makhout, condannato a 18 mesi per atti osceni con una bimba di 8 anni, ottiene la sospensione della pena perché il giudice invalida con un cavillo la perizia medica sulla piccola. «Tutto ciò» dice il direttore del dipartimento del Turismo della provincia, Som Chenda «ostacola il progetto del governo di attirare a Sihanoukville il turismo d’élite».
Quest’anno sono già finiti in manette uno svedese, un francese, un americano e un canadese di 68 anni, Daniel Lavinge. Beccato con due sorelline di 10 e 12 anni nella GST guesthouse, a Ochheuteal Beach, è in attesa del processo. La GST ha chiuso e riaperto dopo un mese.
I pedofili in trasferta non sono solo squattrinati alloggiati in sordide pensioni: il russo Alexander Trofimov detto Sasa, 43 anni, era il magnate del resort da 300 milioni di dollari di Snake Island. Abitava in una villa del governo, dove ha abusato di 20 ragazze dai 9 ai 17 anni, spendendo fino a mille dollari per una settimana con una vergine. Arrestato grazie ad Aple, ha tirato in lungo il processo millantando disfunzioni erettili per poi ricevere una condanna di soli 11 anni.
«Sono i maschi, i più scioccati» osserva Maggie Eno, inglese, direttrice di Mlop Tapang, una casa dalle pareti gialle dove hanno trovato rifugio 50 vittime di pedofili stranieri. «Tanti ignoravano che potesse capitare ai ragazzi. Si sentono diversi, molto soli. Ed è dura aiutarli quando sniffano
colla». Chroch, che ora ha 18 anni, non si è fatto aiutare. Lo incontro al solito maledetto distributore Caltex, il bel sorriso inebetito dalla droga. È sua madre a spacciarla. Ed è stata lei a darlo in pasto a un orco francese.
«Io non lo so perché i vecchi stranieri cercano noi» cinguetta Yek, 15 anni, che vende collanine a Victoria Beach. Sua sorella era una delle vergini sacrificate al russo, lui sa bene cosa significa abuso e infatti è la miglior vedetta degli investigatori di Aple. A marzo, Yek ha fatto arrestare il tedesco Walter Novak, 46 anni, che adescava adolescenti con un acquascooter. E pure un francese: «I miei amici sono andati nel suo hotel, tornando con un po’ di soldi e gli occhi strani. Io li avevo avvisati».
Ochheuteal beach è un acquerello, al tramonto. L’alta stagione inizia a ottobre ma i movimenti ambigui si avvertono anche in questo periodo di umidità soffocante: l’uomo che abbraccia l’adolescente, il cinquantenne con una bambina, l’amico che invita un ragazzo a sdraiarsi. C’è un italiano anziano che incontro spesso ma scompare troppo in fretta. Ezio, ragazzone toscano che ha aperto qui il suo Martini Bar in cerca di pace, dice che quello è un tipo strano, «nessuno sa cosa faccia a Sihanoukville».
Lo rivedo di notte fra le ragazze acerbe esposte alle luci fucsia dei bordelli dietro al porto. Scompare di nuovo, per la sua "consumazione” da due dollari.
Pubblicato su Io donna il 1° agosto 2009
I cambogiani hanno venduto per millenni figlie,figli e sorelle per quattro soldi, e se leggete i giornali locali i maggiori sfruttatori ed abusatori di minori sono proprio loro.E' una specie di tradizione nazionale.
RispondiEliminaAdesso con tutti i miliardi che gli sono piovuti
addosso dalle ONG,i cambogiani si sono all'improvviso fatti paladini della moralità e si è scatenata una vera e propria caccia alle streghe, anzi, al pedofilo.
Al punto che un francese,sposato, che aveva regolarmente adottato una bambina si è visto sbattere in carcere "per accertamenti".Accertamenti che sono durati 3 mesi , in una prigione cambogiana.
A sihanoukville si cominciano a vedere le famiglie straniere in vacanza, mentre prima c'erano solo uomini in cerca di avventure.Gli stessi bar-bordello di Victory Hill stanno chiudendo uno dopo l'altro trasformandosi in ristoranti o in qualcos'altro.
Lentamente la città sta diventando una località balneare normale e non più un bordello a cielo aperto come era anni addietro.
Gli unici che non sembrano accorgersene sono quegli idioti in maglietta gialla che vi fotografano mentre camminate tranquillamente sulla spiaggia,chissà che non ci scappi un pedofilo!!!
Non conosco il caso del francese incarcerato "per accertamenti", corro a documentarmi.
RispondiEliminaNon ho visto nessuna famiglia straniera in vacanza a Sihanoukville, se non di veloce passaggio dopo o prima delle visite al complesso di Angkor Wat e Phnom Penh.
Di bordelli ce ne sono ancora parecchi. Compresi i karaoke bar, meno squallidi ma uguali.
E il fatto che i cambogiani vendano i loro figli (come accade in tutti i Paesi poveri del mondo, purtroppo) non autorizza noi evoluta gente d'Occidente a considerare loro e i loro bambini come umanità a nostra disposizione.
Mi deve scusare per la critica, ma a parer mio
RispondiEliminadovrebbe documentarsi un po' meglio e non basarsi solo sul gossip e sulle leggende metropolitane di cui i khmer sono campioni mondiali.La tradizione millenaria dei cambogliani a vendere i propri figli non è assolutamente giustificabile ed è assolutamente abominevole, ma si voleva evidenziare il repentino cambiamento della mentalità di molti di loro, privo di giustificazione plausibile (se non quella di uno squallido tornaconto economico = un TOT a pedofilo).
Che di bordelli ce ne siano ancora parecchi, lo ignoro in quanto sto con la famiglia e la cosa mi interessa assai poco.
So per certo che i Karaoke bar della strada omonima sono una faccenda esclusiva dei soli cambogiani.
Le poche volte che ci sono passato ho sentito solo un gran baccano ed ho visto solo una miriade di khmer sbronzi e barcollanti, e le loro "accompagnatrici" mi sono parse alquanto attempate e giammai minorenni..
Di famiglie con bambini (soprattutto scandinave) erano piene le spiagge e gli alberghi, almeno sotto Natale.Il sabato e la domenica arrivano le famiglie benestanti (e numerosissime) di Phnom Penh.
Numerose organizzazioni con il loro operato hanno ridotto di molto il numero di bambini che
un tempo infestavano Occheutil vendendo frutta,braccialetti,e,come dice Lei,anche loro stessi (sic!).Fino a due anni fa erano un esercito, adesso si contano sulle dita di una mano.
Un poliziotto guadagna 80 dollari al mese e non 30, che diventano 150 arrotondati con le multe che appioppano ai "barang" che girano in motorino col faro acceso (obbligatorio in tutti i peasi del mondo, stranamente nel Regno della Meraviglie è un reato).
Di poliziotti che spacciano ad Occheutil non ne ho visto nemmeno uno, salvo un vecchio scemo che si fa chiamare Capo della Polizia (ma nessuno gli crede).
Al distributore della Caltex non si vedono più ragazzini col sacchetto di colla, eppure ci passo più e più volte al giorno.
Insomma, Sihanoukville non sarà un raro esempio di virtù, ma non è nemmeno Pattaya, ci abita un sacco di brava gente e ci si vive bene e tranquillamente,vederla trattata come un covo di orchi mi ha un po' scocciato...
certo finchè ci saranno in giro siti come
RispondiEliminahttp://iviaggidellagnocca.info/cambogia.htm ...
Mi mette un po' a disagio parlare con un Anonimo. Ma pazienza.
RispondiEliminaLe assicuro che tutto ciò che ho scritto l'ho visto con i miei occhi (ed ero con un fotografo e due operatori umanitari italiani, che possono confermare). Come mia abitudine, volendomi forgiare del titolo di giornalista professionista, ho verificato ogni informazione, compresi lo stipendio dei poliziotti e la presenza di agenti-spacciatori a Ochheutal Beach.
Se scrivessi solo in base a gossip e leggende metropolitane non farei la giornalista, farei un altro mestiere.
Mi insospettisce soprattutto una cosa: che lei non abbia visto i ragazzini con il sacchetto di colla alla Caltex. Ne ho incontrati parecchi, ho parlato con loro. Li ho persino visti dilaniare, come cani, tre sacchetti di roba di mangiare che avevo comprato per loro. Così come ho chiacchierato parecchio con ragazzine nei karaoke bar, e con i bambini che vendono cianfrusaglie sulla spiaggia.
Se proprio non vuole crederci, getto la spugna.
Mi piacerebbe inviare la traduzione del Suo articolo al Governatore di Preah Sihanouk e vedere le sue reazioni.
RispondiEliminaIl Suo articolo è infatti pieno di inesattezze e di invenzioni (una, tra le tante, quella del Resort russo da 300 milioni di Dollari a Snake Island che semplicemente non esiste e non è mai esistito, dato che l'isola è completamente disabitata).Dia un'occhiata su tripadvisor.com
alle recensioni dei tanti turisti anche italiani che si sono recati a S.Ville per le recenti vacanze di Natale e capodanno..vedrà che sono tutte di famiglie o coppie sposate.
Il tipo di turismo sta cambiando ed anche la Città sta cambiando, in meglio.E' quello che tutti ci auguriamo, per il turismo sessuale c'è già la vicina Thailandia che basta e avanza.Spero che il Suo prossimo articolo sulla Cambogia sia più obbiettivo ed ottimista
Lo invii pure al Governatore.
RispondiEliminaPer il resort a Snake Island c'è già l'autorizzazione: http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=642647
http://www.cambodiaislands.com/cambodia-islands/
http://www.ijmuk.org/node/37
http://ki-media.blogspot.com/2008/06/russian-company-builds-bridge-for.html
Io vivo in Cina e mi reco a Sihanoukville spesso, perchè ho degli amici che hanno aperto una guest house, ed ora anche un amico più stretto ha da pochissimo aperto un ristorante italiano. Il mio progetto è di unirmi a lui e prendere l'albergo davanti al casinò, dall'altra parte della strada del ristorante del mio amico.
RispondiEliminaSecondo me la verità, nel vostro discorso, sta un po' nel mezzo. L'amico anonimo parla di ottimismo ed ammette che la situazione è in miglioramento (il che presuppone che in precedenza fosse peggio), mentre Emanuela diciamo che - da giornalista - ha cercato un po' la notizia ed ha impostato il discorso su cose che sono anche vere, ma che non sono poi così evidenti come dice. Bisogna proprio andarle a cercare, con l'impronta del giornalista.
Io non ho mai visto un pedofilo, nel senso che non ho mai visto una persona adulta in compagnia di bambini e in atteggiamenti sospetti. Sebbene appaia chiarissimo agli occhi di tutti che - ad essere degli orchi bastardi - in una situazione come quella, dove i bambini soli sono ovunque, approfittare della situazione sarebbe facile.
D'altronde devo ammettere che oltre a una quantità spropositata di backpackers, che forse si fanno le canne e bevono, ma non credo siano come gruppo sociale portati alla violenza sui bambini, ho visto anch'io tantissime famiglie e gruppi di amici che mi sono sembrati proprio al di sopra di ogni sospetto.
Non volevo però infierire nè da una parte nè dall'altra. Era giusto per parlare.
Volevo piuttosto chiedervi una cosa più importante, perchè sia subito chiarissimo quali sono le mie intenzioni.
Sono già in trattative ed è molto probabile che alla fine prenderò questo piccolo albergo. Dovremmo aprire già ad ottobre, dopo una breve ristrutturazione durante la seconda metà di agosto e il mese di settembre 2010.
Sono fermamente intenzionato ad essere NEMICO GIURATO di eventuali pedofili che dovessero avvicinarsi al mio albergo con cattive o sospette intenzioni.
Visto che è un dato di fatto che la polizia non serve a un bel niente, e su questo siamo tutti d'accordo, sarei grato a chi di voi mi indirizzasse verso un ente o una ONG in grado di AGIRE CON CERTEZZA DI PENA contro chiunque mi trovassi a denunciare.
Appenderò volantini nel mio albergo e farò trovare chiari avvertimenti nelle stanze, non m'importa del business nè di fare brutta figura col cliente con buone intenzioni. Sono certo che capirà che al mondo non sono tutti come lui e apprezzerà il nostro sforzo. Preferisco avere una clientela che apprezza piuttosto che un'orda di orchi coperti dalla mia struttura (e dalla mia coscienza).
Detto questo, che sia chiarissimo, ripeto: a chi rivolgermi per stare certo che la mia denuncia eventuale abbia un seguito duro e repressivo, senza sconti?
Esistono enti stranieri o ong straniere - dei khmer non mi fido affatto - in grado di prendere per un orecchio queste merde e riportarle in patria per essere giudicati secondo standard occidentali?
Chiaramente mi informerò anche sul posto, sarò di nuovo lì a metà agosto. Ma intanto un'idea più chiara volevo farmela, perchè sto per diventare un operatore turistico e non intendo macchiare la mia reputazione per colpa di persone malate con le quali non intendo avere a che fare.
Grazie,
Vicky.
PS,
RispondiEliminaio ho cercato di loggarmi col mio account ma prima non ci sono riuscito.
Vediamo se con questo post ci riesco.
Grazie ancora.
Vicky