VA IN SCENA L'ANTIMAFIA AL FEMMINILE



Sette figure femminili che hanno scardinato il potere mafioso. Donne di famiglie criminali che abbattono il muro di omertà, pagando il loro coraggio con la vita, accanto a donne parenti di vittime che raccolgono il testimone dai loro cari per amore di legalità e giustizia. 
Sono le protagoniste dello spettacolo teatrale Donne e mafia della regista Simonetta De Nichilo, che il 18 giugno aprirà a Lamezia Terme la quarta edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie promosso dalla Fondazione Trame insieme all’Associazione Antiracket Lamezia.

Quattro giorni di eventi letterari, film, spettacoli e workshop: un viaggio attraverso le tante facce della lotta al crimine organizzato a colpi di cultura, con un’attenzione particolare alla diffusione delle cosche nelle grandi città italiane come Milano, Roma e Napoli.

“Portando il nostro spettacolo nelle scuole, ci siamo accorte che i ragazzi non conoscono le protagoniste femminili della lotta alle mafie e rimangono molto toccati dalle loro storie” spiega Simonetta De Nichilo, che per il suo Donne e mafia ha scelto sette icone dagli anni Sessanta a oggi. 
La regista interpreta Saveria Antiochia, madre di Roberto Antiochia, il poliziotto 23enne rimasto ucciso il 6 agosto 1985 a Palermo nell’agguato al commissario Ninni Cassarà. Una madre coraggio che scrive una lettera durissima al ministro dell’Interno denunciando le responsabilità dello Stato. C’è poi Rita Atria, che a soli 17 anni decide di rivelare ciò che sa dell’ambiente criminale in cui è cresciuta a Partanna, nel Trapanese. Ma finisce per togliersi la vita il 26 luglio del ‘92, una settimana dopo l’assassinio del giudice che l’aveva liberata da ogni paura, Paolo Borsellino. La figlia del magistrato, Lucia Borsellino, è un’altra protagonista dello spettacolo. Non poteva mancare la vicenda più recente di MariaConcetta Cacciola, testimone di giustizia contro le cosche di ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro, che il 20 agosto del 2011 beve dell’acido muriatico e muore. Sembrava un suicidio, ma il processo in corso contro i suoi parenti potrebbe svelare che furono loro a zittirla per sempre
Sul palcoscenico di Trame comparirà anche Serafina Battaglia, la prima donna a testimoniare contro i boss di mafia nel ‘62. ERosaria Costa (nella foto a destra), la giovane vedova che commosse l’Italia ai funerali del giudice Giovanni Falcone, della moglie e dei tre agenti della scorta, tra cui suo marito Vito Schifani. Nella chiesa di San Domenico a Palermo, con la voce spezzata dal pianto, l’allora ventiduenne Rosaria si rivolse agli assassini dicendo: “Io vi perdono, ma voi dovete mettervi in ginocchio”.
Infine Michela Buscemi, che perse due fratelli per mano mafiosa e si costituì parte civile al maxiprocesso di Palermo del 1986.

“Sono monologhi strutturati come nella tragedia greca” chiarisce la regista “dai quali emerge il valore enorme della scelta di queste donne, che hanno saputo dire no alla mafia. Donne comuni ma capaci di gesti straordinari, come in fondo potremmo esserlo tutti noi, per far capire al pubblico che non occorre essere eroi per compiere tutti una parte, nel nostro piccolo, e contribuire a una società più giusta”.
“Ecco il vero cuore della lotta alla mafia” diceva Saveria Antiochia: “Battere la rassegnazione, la stanchezza, la paura dentro di me ogni giorno”. Mentre Serafina Battaglia, scoprendo il vero volto dei mafiosi, accantonava ogni timore: “I mafiosi sono pupi. Fanno gli spavaldi solo con chi ha paura di loro, ma se si ha il coraggio di attaccarli e demolirli diventano vigliacchi. Non sono uomini d’onore ma pezze da piedi”. 

Tra gli altri appuntamenti al femminile del festival Trame, la presentazione del libro Donne di mafia. Donne contro la mafia (Libridine editore) di Francesca Incandela, presidente dell’Associazione Antiracket di Mazara del Vallo, che dialogherà con la magistrata di Reggio Calabria Alessandra Cerreti e con la giornalista Manuela Iatì. 
Per informazioni: www.tramefestival.it
info@fondazione.tramefestival.it

Commenti

Post più popolari