IL GIORNALISTA SENZA TESSERINO

“Ma che sto facendo? Qua mi sparano”. E invece lo hanno rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione giornalistica.
Pino Maniaci, editore di Telejato, coraggiosissima emittente locale di Partinico, dentro il “triangolo delle Bermude” della mafia corleonese, fa davvero il giornalista ma il tesserino non l’ha mai preso. Non ha tempo.
Comincia a correre la mattina alle 7.30, dalle sue talpe in Comune che gli rivelano sprechi e contraddizioni dell’amministrazione locale. Poi va a girare il suo telegiornale-fiume appena fuori il paese, tra le rovine delle stalle dei “Fardazza” che erano i padroni di Partinico con le loro stalle abusive. Altri servizi, e via a montare il tg, a condurlo in diretta, a precipitarsi a Palermo per un altro servizio.

L’ho seguito per tre giorni, lo scorso ottobre, in una lunghissima ed estenuante (per me) intervista interattiva. Cominciata all’aeroporto di Punta Raisi...
... dove è venuto a prendermi e ha preso a raccontarmi la sua vita, il suo lavoro, i suoi scoop, come se mi conoscesse da sempre. E quella frase quasi divertita, “ma che sto facendo? Qua mi sparano” mentre salutava i carabinieri che gli fanno da scorta, discreta ma sempre presente.

Pino Maniaci è un bravo giornalista, ha passione autentica, fiuto per la notizia, ottime fonti, la sfrontatezza giusta. È un personaggio. Ed è stato minacciato più volte dalla mafia. Sua figlia Letizia lavora con lui da quando era una ragazzina di 14 anni, e qualche anno fa ha pure vinto il premio giornalistico intitolato all'inviata del Corriere della sera Maria Grazia Cutuli.
L’8 maggio Pino Maniaci sarà processato perché il tesserino dell’Ordine dei giornalisti (inutile, diciamocelo) lui non l’ha mai preso. Non aveva tempo. Qualcuno ha sporto contro di lui una denuncia anonima.