ANCORA LE DONNE DEL CONGO


Foto di Alfredo Falvo / Contrasto

Per le strane leggi della notizia, la Repubblica Democratica del Congo e la sua guerra da barbari ci ha schiaffeggiati da giornali e tv in novembre, quando un generale lungo ed elegante era arrivato alle porte della città di Goma che sarebbe capitolata sotto le armi dei suoi ribelli dall'ideologia un po' confusa e l'avidità ben chiara. Poi basta. Il Kivu, l'area dell'Africa attualmente più martoriata, scompare.
Certo, in questi giorni abbiamo il nostro Abruzzo a cui pensare, ma prima? Destini d'Africa: troppo povera, troppo lontana, troppa Aids. Zero (o quasi) interesse.
Sono tornata dal Kivu il 27 gennaio. Fra quella data e i giorni scorsi almeno 90 donne, adolescenti comprese, sono state stuprate e 180 persone uccise nel Kivu. Lo denuncia oggi Human Rights Watch. I cattivi, adesso, sono i ribelli hutu ruandesi (il Fronte Democratico per la Liberazione del Ruanda, Fdlr) che il presidente Kabila, a metà gennaio, aveva promesso di sgominare chiamando addirittura in patria l'odiatissimo, fino ad allora, esercito governativo rwandese.

Come aveva previsto Mathilde Muhindo, ex parlamentare congolese che ho intervistato in un'indimenticabile serata a Bukavu, l'azione militare contro il Fdlr non ha comportato che altro caos, altre razzie, altre scorribande di uomini in divisa che hanno sparato, sgozzato e violentato.
Oggi, a New York, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu discuterà della situazione del Congo. Tempistica perfetta della nostra comunità internazionale, come sempre.

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